Sappiamo tutti che in Italia per circolare su determinate strade, appositamente segnalate, nel periodo compreso tra il 15 novembre e il 15 aprile è necessario dotarsi di pneumatici invernali o All season idonei alla marcia su neve e ghiaccio, oppure avere a bordo mezzi antisdrucciolevoli da montare all’occorrenza, con cui si fa solitamente riferimento alle catene da neve. Tuttavia già dal lontano 2003 sono apparsi sul mercato altri dispositivi antisdrucciolevoli, inventati dall’azienda norvegese Autosock Operations A.S., che da noi hanno preso il nome di ‘calze da neve’ o autosock stesso. Dopo un iniziale successo, dovuto al prezzo competitivo e alla facilità di installazione rispetto alle catene, la diffusione delle calze da neve in Italia ha subito una frenata a causa del diniego del Ministero dei Trasporti di equipararle alle catene da neve per problemi legati all’omologazione, con successiva disputa legale tra le parti.

Fatta questa premessa e dato che sono trascorsi diversi anni dall’inizio del botta e risposta giuridico tra l’azienda e le istituzioni del nostro Paese, vediamo la situazione al 2023 delle calze da neve in Italia, soprattutto alla luce del recente rilascio di una nuova omologazione europea (EN 16662-1:2020), in sostituzione della precedente, che parifica le catene da neve in metallo e i dispositivi antiscivolo in tessuto. Norma che l’Italia ha ufficialmente recepito solamente a febbraio di quest’anno, sostituendo finalmente i vecchi decreti e le vecchie circolari. Quindi le calze da neve sono da considerarsi ufficialmente riconosciute anche nel nostro Paese.

Che cosa sono e come funzionano le calze da neve?

Ideate negli anni ‘90 dal norvegese Bård Løtveit, che successivamente ha creato l’azienda Autosock, le calze da neve sono dei dispositivi in poliestere (fibra sintetica derivata dal petrolio, molto usata nell’abbigliamento) che avvolgono completamente il battistrada della gomma dell’auto al fine di migliorarne la trazione su superfici coperte da neve o ghiaccio.

Come detto, il punto di forza delle calze da neve, oltre al prezzo (intorno ai 50 euro, ma il range va da 30 a 80 in base alla qualità del prodotto), è la facilità di utilizzo.

Altri buoni motivi per preferire le calze da neve sono che: non rovinano le gomme dell’auto; producono meno vibrazioni (facendo pertanto meno rumore); si possono usare sui veicoli dotati di pneumatici non catenabili. Per il resto garantiscono una guida tranquilla e sicura sulla neve. Solo in specifiche condizioni che richiedono una maggiore trasmissione di potenza potrebbero risultare meno performanti delle catene. Inoltre se non usate correttamente (ad esempio se tenute a lungo su tratti privi di neve) le calze sono soggette a usura elevata.

Calze da neve in Italia: normativa e omologazione 

Ripercorriamo allora la controversa vicenda accaduta tra l’azienda Autostock e il Ministero dei Trasporti, provando a sintetizzarla al massimo.

Per il Ministero dei Trasporti, in base al DM 10 maggio 2011, gli unici dispositivi supplementari di aderenza per gli pneumatici delle auto autorizzati in Italia sono quelli conformi alla norma UNI 11313 o alla norma V5117. Le calze da neve Autosock hanno ‘solo’ la V5121 austriaca, che però l’Italia non riconosce. Inizia una lunga battaglia legale e nel 2021 il Consiglio di Stato dà definitivamente ragione al Ministero, ignorando però che nel 2020 è cambiato qualcosa. Anzi, è cambiato tutto.

Infatti, dopo una lunga gestazione, il 27 maggio 2020 il CEN ha promulgato la nuova omologazione europea EN 16662-1:2020 riguardante i “Dispositivi supplementari di aderenza per pneumatici di autovetture e veicoli leggeri”. Questa nuova norma ha aperto la strada alla certificazione di dispositivi tessili come le calze da neve, rendendo il loro utilizzo legittimo solo se conformi a questa nuova regolamentazione EN. La norma è stata poi recepita in Italia dall’Ente nazionale italiano di unificazione (UNI) con la UNI EN 16662-1:2020, entrata in vigore il 12 novembre 2020 in sostituzione della vecchia UNI 11313:2010. Quindi il Consiglio di Stato ha sentenziato su una norma, la UNI 11313:2010, ormai ritirata e sostituita.

Come anticipato, la UNI EN 16662-1:2020 fornisce, tra le altre cose, le specifiche sui requisiti di sicurezza, prestazione e qualità per i dispositivi supplementari di aderenza (comunemente chiamati DSA) da utilizzare su pneumatici di veicoli delle categorie M1, N1, O1, O2 e le sottocategorie rilevanti (veicoli fuoristrada). La grande novità del recente standard comunitario sta nel fatto che i requisiti elencati nella norma si applicano A TUTTI I DSA, indipendentemente dalla tecnologia o dal materiale utilizzati per costruirli. Significa in altre parole che catene da neve in metallo e calze da neve in tessuto sono sotto la stessa omologazione in ciascun Stato dell’Unione Europea. Ovviamente previo superamento dei severi test richiesti dalla norma.

Dunque problema risolto? Sì ma solo recentemente. La normativa italiana è stata infatti aggiornata al nuovo standard di omologazione solamente con l’emanazione del DM 23 febbraio 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il successivo 23 marzo 2023. Il nuovo decreto non si limita a riconoscere ufficialmente la UNI 16662-1 del 2020 ma autorizza anche l’uso di dispositivi conformi alle ormai note norme austriache (nel frattempo aggiornate) ÖNORM V5117-2021 e ÖNORM V5121-2021 e in via transitoria, fino al 31 dicembre 2024, permette di commercializzare i dispositivi conformi alla vecchia norma UNI 11313:2010. Nel contempo Autosock e altre aziende hanno rivisto i loro prodotti adeguandoli con successo al nuovo standard di omologazione.

Quali calze da neve scegliere?

Le calze da neve regolari devono rispettare la normativa UNI EN 16662-1:2020. Ma cosa implica esattamente questa normativa? Quali sono le specifiche da tenere in considerazione?

Innanzitutto, la corretta installazione delle calze migliora la presa sulla strada e l’aderenza sia in frenata e salita (longitudinale) che in curva (laterale), evitando che si sgancino durante l’utilizzo. Inoltre, l’aggiunta delle calze sul pneumatico deve rispettare i seguenti limiti:

  • 20 mm sul lato interno;
  • 20 mm sul battistrada del pneumatico;
  • 25 mm sul lato esterno (solo nella zona del pneumatico).

Per montarle basta prendere una calza e inserirla nella parte superiore dello pneumatico, verificando che aderisca per bene nella zona posteriore della gomma. Dopodiché bisogna avanzare un poco con l’auto, per ripetere l’operazione e fissare la calza anche nella parte della gomma che prima toccava la superficie stradale. Infine non rimane che percorrere un centinaio di metri a basse velocità, fermando di nuovo l’auto per verificare che il dispositivo sia stato installato correttamente e proseguire il cammino in sicurezza.

Nel momento dell’acquisto, è essenziale controllare che sull’imballaggio siano presenti in modo chiaro e permanente, nella lingua ufficiale del paese, le seguenti informazioni:

  • Entità legale che ha introdotto il dispositivo sul mercato UE;
  • Numero della normativa;
  • Tipologia di prodotto indicata nel certificato di conformità;
  • Numero del certificato;
  • Ente accreditato che ha rilasciato il certificato.

Solo con la verifica di queste informazioni cruciali è possibile essere certi di aver acquistato delle calze da neve conformi alle regolamentazioni europee e assicurare la massima sicurezza durante la guida.

Infine, fino al 31 dicembre 2024, saranno ancora disponibili le calze da neve conformi ai requisiti del DM 2011, in linea con la norma UNI-11313.

 

Potrebbe interessarti:

Cambio pneumatici invernali: quando montarli e quando rimuoverli