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L’auto elettrica non la ferma neppure il Coronavirus
Riguardo al futuro dell’auto elettrica, circolava in Germania una barzelletta diventata rapidamente persino più nota dell’espressione “full hybrid”. Racconta del dialogo tra due automobilisti. Il primo sollevava dubbi di natura tecnologica, ai quali il secondo, rispondeva con il tono sicuro di chi minimizza le difficoltà: “tranquillo, l’unico problema è la lunghezza del cavo che collega l’auto alla presa elettrica”. Da allora ad oggi l’auto elettrica ha compiuto passi da gigante. Non solo a livello tecnologico (le batterie al litio hanno raggiunto prestazioni incredibili) quanto a livello culturale e sociale. Concetti un tempo limitati ad una minoranza evoluta come il car-sharing sono diventati rapidamente pratiche condivise in ampi strati di popolazione. Superate le diffidenze e le barriere culturali, pare che il principale limite alla diffusione delle auto elettriche sia di natura economica. Pulite, veloci ed efficienti, le auto elettriche faticherebbero ad imporsi su larga scala a causa delle crisi economica generata dal Coronavirus. Come se un virus per quanto terrificante potesse arrestare il processo di elettrificazione e insieme ad esso il nostro futuro. Ma è davvero così? Qualche osservatore ritiene che il processo di elettrificazione dell’auto non solo non progredirà, ma sarà addirittura arrestato dalla crisi economica derivante dalla pandemia mondiale di Coronavirus.
Il Coronavirus fermerà l’auto elettrica?
Chi sostiene questa tesi si basa su un assunto tutt’altro che convincente. Poiché l’auto elettrica, full hybrid, dotata batterie al litio, è più cara dell’auto con motore termico, sarebbe di fatto automaticamente tagliata fuori dalle scelte dei consumatori. Inoltre in un momento di grave crisi economica, sarebbero impensabili gli investimenti che le nuove infrastrutture per la ricarica delle auto richiedono. Il ragionamento tuttavia non sta in piedi. Per demolirlo è sufficiente dare una scorsa agli ultimi dati di vendita. Al crollo dei mercati dell’auto in tutta Europa caratterizzato da una pioggia di segni “meno”, fa riscontro un positivo segno “più”. Nel diluvio universale delle vendite perse fa capolino un raggio di sole: sono le vendite di auto elettriche full hybrid o elettrificate. Al crollo dei mercati (in Italia nel marzo scorso il mercato ha segnato -85%) le auto elettriche sono in continua crescita. Anche in Germania, Regno Unito e Francia le immatricolazioni di ibride ed elettriche crescono a doppia e anche tripla cifra. Nonostante il Coronavirus il processo di elettrificazione non sembra interrompersi.
Il consumatore non è affatto stupido
Un segnale chiaro di razionalità e intelligenza: se le risorse economiche sono limitate, a maggior ragione è importante impiegarle in tecnologie innovative, che promettono di durare nel tempo, che rappresentano sia il futuro dell’auto sia il futuro della società. Scelte solo apparentemente non convenienti, che ricordano quelle compiute alla fine del secondo conflitto mondiale quando si trattò di ricostruire da zero gli impianti produttivi e, coerentemente, la scelta cadde sulle tecnologiche più moderne e innovative di allora. In buona sostanza, il problema non è il costo delle auto elettriche e neppure quello delle strutture di ricarica. Per quanto riguarda gli investimenti, ragionando nel medio periodo e considerando la crisi economica generata dal Coronavirus, il rilancio e la rinascita delle economie nazionali si baserà soprattutto sulla realizzazione di grandi opere e sull’ammodernamento delle infrastrutture quali, ad esempio, le reti delle telecomunicazioni e la gestione intelligente dell’elettricità: appunto quella che consente alle auto elettrica di essere ricaricate ovunque con facilità.
Trasformare una minaccia in opportunità
Insomma, il Coronavirus deve essere affrontato come una grande opportunità per innovare e modernizzare. Trasformando in tal modo il lutto e la crisi economica in progresso e nuova ricchezza. Pensiamo ad esempio alla questione ambientale, alle conseguenze del cambiamento climatico. Problema che abbiamo dovuto accantonare per evidenti ragioni ma che, come una bestia rabbiosa, ci aspetta non appena saremo ritornati alla normalità. Il nostro solo alleato è l’innovazione scientifica e tecnologica. I problemi creati dallo sviluppo e dalla crescita non si risolvono tornando nelle caverne o arrampicandoci sugli alberi. L’umanità non ha mai conosciuto la prosperità e il benessere di cui gode ora. I problemi creati dallo sviluppo economico e sociale si affrontano e risolvono con più tecnologia, non con meno. Tecnologia del futuro, innovativa e sostenibile. L’elettrificazione dell’auto è un’arma fondamentale in questa battaglia. L’inquinamento derivante da auto vecchie per età e tecnologia è un dato di realtà sempre più evidente. Sulle strade italiane oggi circolano circa 37 milioni di autovetture. L’omologazione di 7 milioni di esse è inferiore a Euro 3: un dramma. Se il 100% di riconversione in auto elettriche è impensabile, è invece sensato ragionare in termini di car-sharing, ovvero il fenomeno per cui dalla proprietà si sta gradualmente passando all’uso condiviso dell’auto. Un cambiamento sociale e culturale. Se fino a pochi anni fa possedere un’automobile era un’ovvietà sia dal punto di vista sociale che da quello materiale, oggi è diventato normale l’impiego di più mezzi di trasporto: per ragione le case automobilistiche offrono ai loro clienti sempre maggiori opportunità di leasing del veicolo. Addirittura in Europa c’è chi offre pacchetti che consentono al cliente di avere accesso illimitato a mezzi pubblici, car sharing, bike sharing e corse in taxi.
A che punto è la tecnologia elettrica
Anche riguardo alle auto elettriche le imprecisioni abbondano. Un classico è l’accusa rivolta alle fabbriche delle batterie di essere ultra-energivore. Vero. Tuttavia, a differenza di altri settori industriali ad alto consumo di energia, i processi produttivi di celle agli ioni di litio migliorano rapidamente e si assiste a una costante riduzione di consumi energetici, tendenza che proseguirà in futuro. Un’altra questione su cui si discute riguarda la relazione tra auto elettriche e i carichi di lavoro delle reti elettriche di rifornimento. Poiché la auto elettriche sono ferme per la maggior parte del tempo, è possibile massimizzare il consumo nei momenti più idonei per la rete elettrica, ovvero caricare le batterie quando c’è maggior disponibilità di produzione. Queste funzionalità vengono chiamate Smart charging e consentono di pianificare le ricarica usufruendo di tariffe orarie variabili che orientino i clienti a risparmiare sul costo dell’energia. Una nuova tecnologia chiamata “Vehicle 2 Grid” farà in modo che i veicoli elettrici saranno in grado di dialogare in modo bidirezionale con la rete aumentando la flessibilità e annullando i rischi da sovraccarico. Queste tecnologie innovative non sono fantascienza: sono già operative negli Stati Uniti, Danimarca, Regno Unito.
Infrastrutture di ricarica
È indubbiamente uno dei temi critici. L’European Alternative Fuels Observatory calcola che in Italia siano 3.124 le colonnine di ricarica normale e rapida, cresciute del 14% rispetto al 2017. Gli operatori stanno lavorando per aumentare il numero. Come Enel, che alla fine del 2017 ha lanciato il Piano nazionale per l’installazione delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici. Il programma prevede la creazione di una rete di circa 14mila colonnine nel 2022. L’obiettivo è quello di favorire la crescita della mobilità elettrica attraverso la creazione di rete capillare ed efficiente presente su tutto il territorio nazionale.
Il problema dell’autonomia
Basterà o non basterà? Devo rallentare per essere sicuro di arrivare a destinazione? Quando si parla di auto elettrica e di batterie al litio il tema dell’autonomia è tra i più caldi. La soluzione comporta oltre alla crescita numerica delle colonnine di ricarica anche l’installazione nei condomini, nelle aziende o nei parcheggi a pagamento dei sistemi di ricarica. Tuttavia è importante non dimenticare che gli italiani percorrono mediamente circa 11.200 km all’anno e che la stragrande maggioranza delle percorrenze giornaliere in Europa (circa il 95%) non supera i 150 km. Una distanza tranquillamente coperta dai veicoli elettrici a batteria oggi sul mercato.
In conclusione
Dopo aver analizzato i principali aspetti tecnici riguardanti le auto elettriche full hybrid dotate di batterie al litio, concludiamo la nostra rassegna considerando l’aspetto psicologico di un acquisto molto importante dal punto di vista economico. La considerazione più significativa riguarda il fatto che da ogni crisi si esce progettando il futuro. Una volta fuori dal tunnel il panorama economico risulterà cambiato e non ci sarà più spazio per prodotti e servizi invecchiati e obsoleti. Anche se può apparire incredibile, sono in molti a ritenere che l’ingresso sul mercato di auto full-hybrid, plug-in hybrid, elettriche a batterie e magari anche a idrogeno sarà accelerato dalla crisi economica generata dal Coronavirus. Forse ci sarà un’iniziale contrazione delle vendite, ma siamo pronti a scommettere che chi acquisterà un’auto vorrà il meglio dell’innovazione e del progresso tecnologico.